**** I poemetti "Sinossi dei licheni" e "Camera di condizionamento" scaricabili anche in versione ePub per tablet, smartphone ecc. ( QUI) e in Pdf
**** Ghérasim Luca, La fine del mondo, book-trailer di 19 pag, con estratti, QUI
Domenica, 27 novembre 2005
Jane Kenyon (1947-1995) e' nata ad Ann Arbor nel Michigan e ha frequentato l’universita' del Michigan dove ha conseguito il Master of Arts nel 1972. Nello stesso anno ha sposato il poeta Donald Hall, suo insegnante all’universita', e insieme sono andati a vivere a Wilmont nel New Hampshire, terra d’origine del marito. Sebbene la Kenyon abbia felicemente descritto la sua vita nel New Hapshire rurale, come nel suo primo libro Let Evening Come pubblicato nel 1990, ha sofferto per gran parte del suo matrimono di una grave depressione e le sue ultime poesie, come quelle qui pubblicate, descrivono la sua lotta contro di essa e contro la leucemia che la portera' alla morte nel 1995.
Di Jane Kenyon colpisce l’aderenza alle cose e al senso che ne deriva, la profonda umanita' anche di fronte alle avversita' che la vita presenta. John H. Timmerman, autore di una sua biografia critica, afferma: “La spiritualita' di Jane non era mai un mezzo per sfuggire all’esistenza. Al contrario, le consentiva di abbracciare la realta' con tutta la sua risoluta bellezza e la sua invadente sofferenza”. Cosa lei pensasse del poetare e' chiaramente espresso nella risposta che la Kenyon dette ad una domanda dello stesso Timmerman: “Il lavoro del poeta e' di dire la verita' e nient’altro che la verita', in un modo cosi' meraviglioso che la gente non possa vivere senza di essa; di mettere in parole quelle emozioni che noi tutti abbiamo che sono cosi' profonde, cosi' importanti e tuttavia cosi' difficili da chiamare per nome. Il lavoro del poeta e' scoprire un nome per tutto: essere un impavido ricercatore del nome delle cose; essere un difensore della bellezza del linguaggio, delle sottigliezze del linguaggio. Penso che sia una materia davvero seria, l’arte; non e' solo ornamento. L’altro mestiere del poeta e' consolare di fronte all’inevitabile disgregazione del decadimento e della morte, tutte le dolorose cose che dobbiamo affrontare come esseri umani. Noi abbiamo la consolazione della bellezza, di un’anima che si espande verso un’altra e dice “Anch’io sono stata la' ”.
Jane Kenyon - Fare i conti con la malinconia (trad. G.Cerrai)
L'edizione originale di "Constance" e' reperibile qui
Martedì, 15 novembre 2005
Pubblico volentieri due altre poesie di Lorenzo Pompeo...
Continua a leggere "Lorenzo Pompeo - Altre poesie"
Venerdì, 11 novembre 2005
Cerco, in un desiderio meticcio,
una ragione, nel corpo,
in me, l'idea di essere, forse,
semplicemente vivo.
Così è.
La parete degli alberi,
tornando a casa, già sfilaccia
fibre rade di sole sulle cime,
e le purifica.
Non dà molte risposte,
il pensiero rimane orfano,
come quell'unica ragione,
il solo desiderio, e urla
alle sue pareti.
Ma c'è un conforto,
forse solo in quella
pervicace volontà della luce,
sopra i campi e i monti,
di regolare il grigio,
dominarlo.
gen. 2000
Martedì, 8 novembre 2005
Sabrina Colandrea, è nata a Tricarico (Mt) nel 1986. Attualmente vive a Pisa dove frequenta il secondo anno del corso di laurea in Letterature europee per l'editoria e la produzione culturale. Ha partecipato nel 1999 al premio internazionale di poesia "La Cruna" di Matera, in cui ha conseguito il terzo posto nella sezione giovani.
Continua a leggere "Sabrina Colandrea - Poesie"
Credo sia il caso di approfondire un concetto che interessa da vicino tutti quelli che scrivono e in qualche modo entrano in contatto, sempre più spesso, con forme di editoria nuove e indipendenti. Sto parlando del diritto di autore "aperto", il copyleft o la CCL (Creative Commons License), concetti non contraddittori tra loro. Trovate il link a quest'ultima nella barra laterale, mentre per il copyleft segnalo tra i molti due link interessanti, che sono:
Il copyleft spiegato ai bambini di Wu Ming 1
Il sito italiano dedidato alla diffusione del concetto di copyleft, da cui è possibile scaricare gratuitamente il libro di Simone Aliprandi "Copyleft & Opencontent"
Mercoledì, 2 novembre 2005
Lorenzo Pompeo (Roma 1968) si è laureato all'università di Roma La Sapienza con una tesi di comparatistica russo polacca (La ricezione dell'opera di Dostoevskij in Polonia dal 1882 al 1914), sta terminando un dottorato in Slavistica presso la suddetta università e ha all'attivo una trentina di pubblicazioni, tra le quali un dizionario italiano-ucraino, una raccolta di favole ucraine, oltre a numerosi studi sul vari aspetti di alcune culture slave dal XVI secolo ai giorni nostri (in particolare ha rivolto la sua attenzione alle culture russa, polacca e ucraina). Per la casa editrice Besa di Lecce ha tradotto (2003) Moskovjada, di Jurij Andrukhovyc, in assoluto il primo romanzo di uno scrittore contemporaneo ucraino stampato in Italia.
Ma Lorenzo è anche poeta in proprio e traduttore di importanti poeti dell'Est come Adam Zagajewski e Miron Bialoszewski, alcuni testi dei quali, da lui tradotti, ebbi la fortuna di pubblicare, insieme a sue poesie, nel defunto sito "I Fogli nel cassetto". Spero, tra l'altro, di poter riproporre, visto l'interesse, quelle traduzioni. Di Pompeo risalta, nei suoi versi, la nota riflessiva sul senso delle cose e della vita, la malinconia da cui spunta a volte un accento ironico, come di chi ha imparato, con l'esperienza, a proiettare lo sguardo oltre i confini, non solo linguistici, del mondo.
Continua a leggere "Lorenzo Pompeo"
Matteo Veronesi
è nato a Bologna nel 1975, dove si è laureato ed ha conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica discutendo una tesi, redatta sotto la guida del
professor Fausto Curi, concernente gli echi e gli influssi della concezione del critico come artista e come scrittore nella cultura letteraria italiana
dall’estetismo agli ermetici.
Ha pubblicato, oltre a diversi saggi critici e articoli, alcuni testi poetici, tra cui Controra (S.Lazzaro di Savena, 1990) e La buona solitudine (ivi, 1993). Altre indicazioni sulla sua attività possono essere reperite all’indirizzo http://it.geocities.com/matteoveronesi/
Gli è stato conferito per due volte, nel 1998 e nel 2004, il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In treno, a volte...
In treno, a volte, donne dolci e tristi
guardano il vuoto, oltre i vetri
con gli occhi intrisi d'attesa
e lontananza
Pensano, forse, a un qualche tenue amore
che le attende, o che hanno
lasciato dietro sé
come un fiore essiccato fra due pagine
Ma forse più dolce della meta
è il sospeso languore che trema
nel loro sguardo
**********************
Continua a leggere "Matteo Veronesi - In treno, a volte"
|