Primož Čučnik - Trilogia (variazioni 2004 - 2014), a cura di Michele Obit -
Incertieditori, 2016, note di lettura di Loredana Di Pietro e Giampaolo De
Pietro
Primož Čučnik è nato nel 1971 a Lubiana, dove si è laureato in filosofia e
sociologia della cultura. La sua prima raccolta Dve zimi nel 1999
ha ottenuto il premio come miglior libro esordiente in Slovenia. I suoi
successivi libri sono stati: Ritem v rokah (2002), Oda na manhatanski aveniji (2003, assieme a Gregor Podlogar e Žiga
Kariž), Akordi (2004), Nova okna (2005), Sekira v medu (2006) e Delo in dom (2007). A Cracovia,
presso la casa editrice Zielona sowa, nel 2002 è uscita una sua miscellanea
intitolata Zapach herbaty. Sue poesie sono state pubblicate
nell’antologia A Fine Line: New Poetry from Eastern & Central Europe. Traduce
dal polacco e dall’inglese. Scrive inoltre critiche letterarie e saggi ed è
redattore della rivista Literatura nonché fondatore e redattore
della casa editrice di tascabili Šerpa. (Fonte nota bio: Librobreve).
Della Trilogia, raccolta di componimenti dello sloveno Primož
Čučnik degli anni 2004-2014, colpisce subito 'immagine delle nuove
finestre, a cui è intitolata la prima sezione della raccolta. Queste
alludono certamente ai nuovi scenari, politici e sociali, che si
affacciavano nella vita dei cittadini sloveni (nel 2004 la Slovenia entrava
a far parte della Comunità Europea) all'indomani della conclusione dei
conflitti tra le vicine nazioni dell'ex-Jugoslavia. (…) ciò che Čučnik
intende raccontarci, fin dai primissimi versi, è proprio il dissolversi
della scena collettiva, osservata come una parata alla finestra, (…)
un'identità difficile, non solo naturalmente divisa tra personale e
collettivo (…) ma anche frantumata e fluttuante: più che di instabilità, si
affronta qui una vera e propria alterità dell'essere, (…)
dell'essere uno ed essere molti (si cita qui il nume decostruzionista
Derrida), in un movimento che logora i confini del tempo e dello spazio, li
sbiadisce attraverso il continuo sovrapporsi delle immagini e delle voci.
(…) E dunque la poesia di Čučnik descrive, nella Trilogia,una
parabola apparente, in realtà un percorso circolare che si ricongiunge a se
stesso trascorrendo sui miti del tempo e della modernità, per ritrovare
infine una marca d'autenticità in quanto nel tempo resta immobile:
l'accadere spontaneo della natura, il calore di un canto ritrovato, con
fatica o forse con inerzia immemore (da una nota di lettura di Loredana Di
Pietro).